Consulenza e formazione con le storie: quello che faccio

Si potrebbe cercare di capire cosa sia un lavoro, che non è la stessa cosa di una professione. Ma non è questo lo spazio. Quindi mi limiterò a descrivere il volto ufficiale delle cose che faccio.

Prima di tutto, definisco l’ambito: mi occupo di formazione e istruzione. Insegno lettere in un Istituto tecnico e dirigo un ente di formazione.

Mi definisco uno che lavora con le parole e con le storie. Non lavoro da solo, in genere. Lavoro con un’equipe formata da scrittori, esperti di formazione, psicologi, grafici, fotografi.  una squadra che, a partire da un metodo e una visione comune, offre alcuni servizi. Nel ultimi anni ho limitato la mia consulenza organizzativa a poche idee, che ho chiamato così:

Mapp.E.  Si tratta di un processo di  mappatura delle competenze attese in un contesto.  Mappare i processi, individuando per ogni ruolo le competenze chiave, con una logica dal basso, è il punto di partenza di questo servizio. Da questa mappatura è poi possibile costruire un processo condiviso di valutazione, di analisi dei fabbisogni fino ad un vero e proprio processo di outplacement.

Mapp.E. si rivolge però anche alle persone, ai lavoratori e ai disoccupati. Ciascuno di noi è il protagonista della propria storia e del proprio viaggio. Ognuno di noi, nelle fasi di svolta, quando è chiamato a superare una prova, può trovare utile fare il punto su se stesso, con l’aiuto di un professionista, per porsi nuovi obiettivi e per potersi rilanciare nella ricerca di un  lavoro o anche solo di un nuovo progetto per sé.  Questo servizio, quindi, si declina in uno di questi due modi: 1) Analisi e mappatura dei processi e delle competenze 2) Bilancio di competenze individuale e/o di gruppo

Cli.Ma. è un servizio per sviluppare il benessere aziendale, la comunicazione interna a un gruppo, a un’azienda, a un’organizzazione. Il Client Management, come lo intendiamo noi, è innanzitutto un lavoro che inizia dentro l’organizzazione (scuola o azienda che sia). Per gestire e servire bene gli altri (un cliente, un utente di un servizio, un iscritto ad un’associazione) ho bisogno di conoscere prima di tutto me stesso, come sono organizzato, come reagisco di fronte alle diverse situazioni. L’azienda è un organismo, vive di energie e di competenze, di procedure come di emozioni. Questo servizio intende agire su tutte queste dimensioni, in modo personalizzato. Si lavorerà quindi sul clima interno, sulle modalità di comunicazione, cercando di volgerle verso un’ecologia dei rapporti, sui processi e sulle procedure. La nostra proposta si divide in: 1. attività di gruppo rivolte alla conoscenza dello scopo e della visione (ciò che è ancora chiamato mission e vision) per rafforzare il gruppo stesso,  per conoscere e sviluppare i talenti presenti e 2. in sessioni individuali  con tutti i ‘portatori di responsabilità’ coinvolti in un servizio, in un reparto, per analizzare e affrontare le criticità di ogni processo produttivo.

Vi.S.O.  è l’arte di raccontare e di elaborare le identità attraverso le storie e le immagini. È declinabile anche nella versione Urban, pensata per le PP. AA. Oggi, infatti,  il campo di applicazione delle tecniche di narrazione visiva si è ampliato per affrontare una sfida formidabile: emergere dal caos di notizie, informazioni e storie che ogni giorno ci bombardano. Sappiamo che quando un’azienda condivide una foto sui social, l’occhio non riesce ad evitarla, mentre può ignorare un testo. Le immagini sono persuasive e permettono alle persone di connettersi emotivamente con quello che vuoi raccontare di te e dell’identità dell’azienda.

Questi servizi nascono da diversi anni  di sperimentazione, nell’ambito della consulenza e della formazione, in cui ho sviluppato un metodo didattico, dei veri e propri percorsi, per lavorare sull’ecosistema della comunicazione nei gruppi e nelle organizzazioni. Questo metodo ha dei maestri: il primo, e più importante, è  V. Frankl (qui chi è) che mi ha insegnato alcune cose importanti a proposito della ricerca di senso; un altro decisivo è J. Bruner (chi è) con le sue intuizioni sul pensiero narrativo. Altri maestri ho incontrato, e con alcuni ho l’onore di lavorare (vedi il gruppo de Le storie siamo noi).

Questo metodo ha degli assunti base, che guidano il lavoro. Eccoli sintetizzati:

  1. Le persone hanno in sé le risorse necessarie per fare e raggiungere ciò che desiderano realisticamente (anche se questo non è vero sempre lo è quasi sempre). In altre parole le persone conoscono già i modi adeguati, o meglio le soluzioni, per risolvere i loro problemi.
  2. Ogni persona aspira a reperire un senso ed un significato nella propria esistenza.
  3. L’idea che sia più importante centrarsi sulla costruzione delle soluzioni piuttosto che andare alla ricerca delle cause di un problema (pur non trascurando, in forma narrativa, questo processo). Le cause, qualsiasi esse siano, sono comunque dei “costrutti narrativi” (Milner, O’Byrne, 2004), come qualsiasi altro, né più né meno.
  4. L’idea che la vita sia un continuo progetto narrativo e collaborativo, prodotto da un coro di voci (una narrazione plurale), all’interno del quale ognuno si trova, tentando di tessere in una unità necessaria i suoi vari io.
  5. L’idea che nella relazione duale con un soggetto (ma anche nella relazione con un gruppo) sia importante sottolineare gli aspetti positivi, assertivi, “felici”.
  6. L’idea che il contesto storico, sociale ed economico dell’occidente, in particolar modo nei grandi centri urbani, costituisca oggi, più di ieri, una forza contraria alla costruzione di una identità stabile.
  7. L’idea che l’ascolto sia l’unica pratica che riconosce legittimità all’altro che è in relazione con me, con tutte le sue diverse e contraddittorie istanze; che sia l’unica via per costruire assieme uno spazio di contrattazione, di bilancio e, infine, di progettazione.
  8. L’interpretazione narrativa della realtà e di se stessi è lo strumento attraverso cui la realtà diviene umana, e noi stessi diventiamo realmente noi stessi: narrando aumentiamo la nostra comprensione reciproca.

(la foto di questa pagina è di un grande amico e mentore, Ermanno Ceccotti, il cui sguardo innamorato sulle Alpi e sulla mia terra è fonte di ispirazione)